L’Europa nell’era planetaria Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti, Edgar Morin

Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti, Edgar Morin

L’Europa nell’era planetaria

Sperling & Kupfer, 1991

Dopo le grandi speranze del 1989, accese dalle rivoluzioni antitotalitarie avvenute all’Est, sono arrivate le paure del 1990 e del 1991: la guerra, l’esplodere delle nazionalità, la crisi economica dell’Est. Proprio alle soglie del fatidico 1992 – data prescelta per la nascita della Confederazione Europea –, e proprio cinquecento anni dopo le scoperte di Colombo, che la spinsero per la prima volta sul palcoscenico planetario, l’Europa si trova di fronte a un panorama completamente cambiato. Quale futuro l’attende? La nuova situazione rende infatti molto diversa la prospettiva comunitaria che l’Europa si era data. L’orizzonte non può più essere limitato ai 12 paesi della CEE, e neppure allargato soltanto all’Austria, alla Scandinavia e magari ai paesi rivieraschi del Mediterraneo. L’orizzonte è ormai l’intera Terra, tutto il pianeta, come ha drammaticamente dimostrato la guerra del Golfo. Tutto il destino del mondo, giocato tra il 1989 e il 1991, si rigioca alla roulette russa proprio alle soglie del 1992.
Non siamo ovviamente alla fine della storia, ma, al contrario, viviamo l’irruzione tumultuosa di una storia in cui abbiamo perso la promessa del progresso garantito e la fede nel futuro radioso. Questa perdita del futuro ha consentito il dilagare di forze del passato (religiose, etniche, nazionali) e ha accentuato un modo di vivere e di pensare alla giornata proprio mentre si accelera vertiginosamente il divenire tecnoscientifico.
Non siamo agli inizi della post-storia, siamo solo a un nuovo inizio. Accanto ai problemi del sottosviluppo del Terzo mondo, dovremo affrontare il nostro stesso sottosviluppo, che è umano, psichico e morale, dovremo affrontare le conseguenze dell’invasione della tecnoscienza sulla democrazia, sulla vita quotidiana e perfino sul pensiero, dovremo imparare di nuovo a vedere, a pensare, a progettare, ad agire. Ecco il nuovo futuro che ci si para di fronte, incerto e fragile. Non conosciamo la via, ma sappiamo che la si fa nel cammino.

Il libro è stato pubblicato in italiano, francese, portoghese e tedesco.

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