Mauro Ceruti (A cura di)

Evoluzione e conoscenza

Lubrina, 1992

Jean Piaget è certo ben conosciuto come il «Signor Psicologia Infantile», cioè come colui che più di ogni altro ha contribuito allo studio dell’universo mentale del bambino. Ma anche gli importanti risultati dell’opera psicologica di Piaget sono spesso travisati, perché rimane incompresa l’eredità ben più ricca che egli ci ha lasciato: l’epistemologia genetica.
L’opera di Piaget, oggi più che mai, interroga e critica le immagini tradizionali dell’evoluzione della natura e della conoscenza. In tale interrogazione sta il valore della sua eredità per gli sviluppi attuali di tutte quelle scienze al cui intreccio Piaget definì l’epistemologia genetica: embriologia, biologia evoluzionista, neuroscienze, psicologia, logica, scienze dell’artificiale, teoria dei sistemi, storia …
A dieci anni dalla sua scomparsa, si è riunito un autorevole gruppo di esploratori di tali aree disciplinari, alcuni legati a Piaget dalla vita, dalla conoscenza o dalla storia, altri, di fatto, dallo spirito di una comune interrogazione sulla natura della vita, della conoscenza e della storia. Quella, l’occasione. Lo scopo: ritrovarsi, nello stile interdisciplinare e transdisciplinare che fu del Centre Intérnational d’épistémologie génétique, per discutere delle prospettive attuali e future del progetto (scientifico e filosofico) di conoscenza della conoscenza. Le ragioni originarie dell’epistemologia genetica di Jean Piaget ci sono sembrate convergere con gli attuali orizzonti delle discipline biologiche e cognitive nel motivare la scelta del filo conduttore del convegno: evoluzione e conoscenza.