L’origine della scrittura è vista non come un semplice evento concentrato nello spazio e nel tempo – la Mesopotamia del 3200 a. C. – bensì come un processo ben più dilatato e articolato, che ha alcune delle sue radici più significative in tempi antecedenti e in spazi adiacenti (nel Paleolitico e nel Neolitico, in Anatolia, Siria, Palestina, a Creta e persino nei Balcani) e che poi si diffonderà per tutto il mondo, conoscendo continue innovazioni, estensioni, rivoluzioni. È proprio in questo momento storico che nascono gli orizzonti, simbolici e materiali, di una storia che per molti versi è ancora la nostra. Il caos urbano, la crisi ambientale, la parcellizzazione delle conoscenze, i conflitti spirituali, le forme del potere e della partecipazione politica su cui oggi tutti ci interroghiamo affondano una parte delle loro radici profonde proprio in questa transizione solo apparentemente remota.
Di questa storia planetaria, l’invenzione della scrittura alfabetica (tra i fenici e i greci), quella della moneta e – oggi – quella delle modalità di comunicazione in rete sono altrettante soglie decisive per il presente e per il futuro della specie umana.
Con testi di: Jack Goody, Steven Mithen, Harald Haarmann, Denise Schmandt-Besserat, Jerrold S. Cooper, Clarisse Herrenschmidt, Glenn Markoe, Louis Godart, John F. Healey, Emanuele Banfi, Franco Farinelli, John Sören Pettersson, Mauro Ceruti, Gianluca Bocchi, Ivan Illich, Gianni Scalia, Derrick de Kerckhove, Paolo Bassi e Antonio Pilati.
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