A vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, gli autori di La sfida della complessità, in queste pagine agili e illuminanti, tornano a riflettere sul senso profondo della storia europea. È una storia di unità e diversità, ricca di intrecci etnici e linguistici, culturali e religiosi, di conflitti disastrosi e di progetti politici costruttivi. Come mostrano gli autori, l’Europa si presenta come un progetto e non come un territorio, si definisce come entità politica e non geografica. Nata dalle rovinose esperienze delle due guerre mondiali, dei totalitarismi e della contrapposizione fra blocchi, grazie alla consapevolezza della sua storia, remota e recente, l’Europa ha imparato a pensare insieme identità e diversità, unità e molteplicità, concependo ogni cultura come incompiuta, multipla e in continua evoluzione. In virtù di questo patrimonio, l’Europa può diventare un laboratorio di innovazione, capace di raccogliere le sfide che gli orizzonti etici e politici del “mondo globale” pongono alle persone, alle collettività e alle istituzioni.
Il ruolo dell’Europa nel governo dei processi di globalizzazione è unico e irrinunciabile: non più centro del mondo, volto a esercitare il controllo degli scenari internazionali, ma sua ‘provincia’, tesa ad affrontare le difficoltà e le controversie che i processi di globalizzazione comportano, e nella condizione di sperimentarne soluzioni innovative, attraverso la specificità della sua storia e della sua identità, che è una e molteplice.
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