Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti

Disordine e costruzione

Un’interpretazione epistemologica dell’opera di Jean Piaget

Feltrinelli, 1981

Dal Poscritto degli autori al volume:

“La crescita della conoscenza contemporanea è anche una crescita dell’ignoranza. Si può sperare di comporre i conflitti e le contraddizioni, che inevitabilmente sorgono in ogni campo cognitivo, soltanto accettando la necessità dell’apertura di nuovi e più profondi conflitti che per essere a loro volta affrontati richiedono lo stesso impegno, nonché la ricerca di nuove metodologie e concettualizzazioni. Riteniamo queste caratteristiche generali della conoscenza contemporanea inerenti ad ogni forma che viene ad assumere; in particolare esse possono venir riscontrate anche sulla base della trattazione specifica da noi condotta sull’epistemologia di Piaget. Questo avviene non malgrado ma grazie proprio al fatto che tale epistemologia ha delle ambizioni unitarie e sistematiche, mirando a connettere strettamente campi problematici in origine anche rigidamente distinti. […] Quanto più una problematica è vasta, tanto più parziali sono i vari approcci tramite i quali essa può venir adeguatamente trattata. Questo fatto può consentire un’interpretazione allargata della nozione di “costruzione” (generalizzabile cioè al di là dei suoi usi tecnici in epistemologia) che è a nostro parere fondamentale per la comprensione sia della dinamica della conoscenza scientifica sia dei problemi filosofici di portata generale nei quali la nostra epoca si dibatte. […] Queste problematiche possono trovare un denominatore comune nelle esigenze di affrontare adeguatamente quelle caratteristiche di complessità di cui appaiono dotati in maniera irriducibile tutti i sistemi del mondo contemporaneo, da quelli cognitivi a quelli ecologici. Questa complessità non significa soltanto complicazione, relativa all’aumento quantitativo dei fattori in gioco nell’ambito di un particolare sistema, ma anche e molto di più rilevanza del disordine, del contingente, dell’imprevedibile nella dinamica del sistema stesso. Riconoscere il ruolo fondamentale de disordine e tentare di integrarlo nei propri modelli della realtà, non significa rinunciare alla dominabilità di questa. Significa invece ricercare una coesistenza fra l’irriducibilità dei singoli eventi e la loro riconduzione a modelli e a casi generali che è tratto fondamentale della nostra comprensione del mondo. Proporre queste considerazioni di carattere generale non significa porre l’esigenza di un metodo unitario, né tantomeno di una tale concezione del mondo. Significa però che da esse non possono prescindere le varie metodologie e le varie concezioni del mondo, se vogliono evitare di porre in maniera occultata e distorta sin dall’inizio i problemi della ricognizione dei processi effettivi della realtà.”

Premessa degli autori al volume